Presentazione Squadre 2019, Roompot – Charles
Nata dalla fusione tra Roompot-Nederlandse Loterij e Veranda’s Willems-Crelan, la Roompot-Charles si affaccia al 2019 con un roster composto esclusivamente da corridori neerlandesi e belgi, retaggio delle precedenti esperienze delle due formazioni. Il focus stagionale sarà inevitabilmente rappresentato dagli appuntamenti dislocati sul territorio, con un’età media di 27,9 anni che – al netto della presenza di cinque neoprofessionisti in organico – garantisce una discreta esperienza per ben figurare. Come sempre per quanto concerne le compagini Professional, buona parte delle fortune dipenderà dagli inviti per gli appuntamenti della massima divisione. Nel 2018 il totale delle Wild Card dei due team fu di 19, con la componente belga (11) a fare la voce grossa. Cinque sono stati gli innesti nuovi di zecca, tre dei quali provenienti dal World Tour a dimostrazione della volontà di perfezionare lo score di 10 vittorie (sommando le due selezioni) con cui è andato in archivio il 2018 e che potrebbe risentire dell’addio di Taco van der Hoorn.
GLI UOMINI PIÙ ATTESI
L’impossibilità di mantenere in organico Wout Van Aert, intorno al quale avrebbe dovuto ruotare il progetto, rende Lars Boom il punto di riferimento del collettivo. Reduce da un biennio scandito da prestazioni e risultati oggettivamente mediocri con la divisa del Team LottoNL-Jumbo, e punteggiato da episodi decisamente poco edificanti, il 33enne di Vlijmen dispone probabilmente dell’ultima occasione per nobilitare una carriera in cui gli è sempre mancata la definitiva consacrazione. Corridore che in passato ha saputo evidenziare solidità sia sul pavè che nelle brevi corse a tappe, avrà spesso modo di disimpegnarsi da capitano come raramente gli è capitato nel recente passato.
Tra i volti nuovi possono modificare il trend che li ha accompagnati nell’ultimo periodo anche Boy Van Poppel e Michael Van Staeyen. Il primo non alza le braccia al cielo ormai da 11 anni ed è calato in un ruolo di uomo squadra che ben gli si addice, stante anche un’esperienza maturata nei sei anni nel massimo circuito tra Vacansoleil e Trek che gli ha fruttato la partecipazione a 9 Monumento e 6 Grandi Giri. Il 30enne belga ha lasciato le dipendenze di Nacer Bouhanni dopo quattro anni, non si impone dal 2013 ma ogniqualvolta ne ha avuto l’opportunità si è gettato nella mischia in volata con discreti risultati. Sempre a proposito di arrivi a ranghi compatti, reclama un’inversione di tendenza anche Jasper Asselman, troppo lento per essere vero nel 2018.
Tra gli innesti si registra anche quello di Maurits Lammertink. L’ex Katusha-Alpecin è un altro elemento dalla comprovata esperienza (ha preso parte a tutti e tre i GT, a 4 Liegi e 3 Lombardia) e che vanta nel palmares tappe al Giro del Lussemburgo, al Giro del Belgio e al Tour du Limousin. Lo scorso anno, tuttavia, ha brillato esclusivamente con la maglia della nazionale agli Europei di Glasgow e non si è mai riuscito a mettere in evidenza con quella della squadra di appartenenza, dove è stato sovente sacrificato sull’altare del capitano di turno. A lui il compito di ritrovare il colpo di pedale che gli potrebbe permettere di tornare a sgomitare per la gloria personale. In cerca di riscatto vanno inoltre Elmar Reinders, vincente in passato e sparito dai radar nel 2018 dopo un incoraggiante debutto in Spagna, e Nick van der Lijke, a segno in corse minori a inizio carriera e mai nel vivo della scena negli ultimi 36 mesi.
Caratteristiche simili ma un approccio al nuovo anno con maggiori certezze caratterizzano anche Sean De Bie e Oscar Riesebeek. Veloce e solido, il primo ha inanellato piazzamenti interessanti (4° al GP Industria & Artigianato, 5° a Francoforte e Dwars door het Hageland, 3° alla Halle-Ingooigem) in un 2018 in cui si è imposto all’attenzione del grande pubblico, mentre il secondo – altro classe ’92 – ha chiuso sul podio alla Druivenkoers-Overijse e alla 4 Giorni di Dunkerque apparendo finalmente pronto a sbloccare il tabellino personale tra i professionisti. Ad aiutarli potrebbero esserci con continuità il nipote d’arte Stijn Steels e Sjoerd van Ginneken, due corridori che non hanno attitudine al successo.
Menzione a parte per i due veterani del lotto. Pur avviato inesorabilmente verso il viale del tramonto della sua parabola tra i professionisti, Pieter Weening dispone ancora della classe necessaria per piazzare la stoccata. Alla soglia delle 38 primavere, l’ex Rabobank e Orica riparte da un’annata che lo ha visto tra i migliori gregari di Tom Dumoulin a Innsbruck dopo aver lasciato il segno proprio in Austria in estate e aver sfiorato il successo nella generale del Giro di Croazia. Sebbene non appaia più in grado di competere con regolarità per le classifiche finali delle brevi corse a tappe, può regalare un ultimo sussulto prima di godersi la meritata pensione. Come il buon vino sembra essere anche Huub Duijn, a un passo dalla Primus Classic a 34 anni e in continua evoluzione nei risultati nelle stagioni della piena maturità agonistica.
LE GIOVANI PROMESSE
Il più interessante tra i neipro’, sebbene sia al secondo anno nella categoria, è Jan-Willem van Schip. Sempre a bersaglio almeno una volta nelle ultime tre stagioni, il classe ’94 sa abbinare all’indole da attaccante un discreto spunto veloce che gli permette, non di rado, di primeggiare. Da seguire con particolare attenzione c’è anche Senne Leysen. Classe ’96, già stagista con la Lotto-Soudal nel 2017, l’ex campione nazionale belga a cronometro tra gli Under 23 ha confermato la sua abilità nella disciplina piazzandosi ottavo ai campionati nazionali e continuerà a svolgere il suo apprendistato lavorando da gregario.
Settimo all’ultima Tacx Pro Classic, ha lanciato segnali di crescita Mathias De Witte, corridore che alla soglia dei 26 anni può provare a calibrare su rotte diverse un percorso che lo ha visto finora spendersi quasi esclusivamente per la causa dei compagni. Margini da definire sono inoltre quelli di Justin Timmermans, 22enne passista già ottavo alla Koga Slag om Norg nel 2017 e proveniente dalla Continental Delta Cycling, mentre sembra aver già trovato la propria dimensione da gregario Arjen Livyns, 25enne con alle spalle due periodi da stagista e ben pochi piazzamenti che possano lasciar presagire un avanzamento nelle gerarchie.
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